All’interno del catalogo Familia. Fotografie e filmini di famiglia nella Regione Lazio creato per la mostra”Famiglie Laziali” la presenza di qualche bella fotografia di vallemaresi d’altri tempi, come Leosino.
Oltre alla pubblicazione è possibile consultaare il sito web www.fotofamilia.it ed effettuare qualche ricerca. riguardante la mostra e le immagini esposte. Il portale nasce dal progetto triennale Famiglie laziali, promosso dalla Presidenza della Regione Lazio e curato dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Tra il 2006 e il 2009, grazie al contributo degli studenti delle scuole e di archivi locali delle province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, sono state raccolte circa 10.000 fotografie di famiglia e 100 filmini amatoriali.
Grazie a questo strumento un grande patrimonio culturale è quindi oggi a disposizione di tutti gli utenti. L’obiettivo è ora quello di proseguire la ricerca su altre realtà territoriali della penisola per disegnare un’ampia mappa visiva della famiglia italiana e promuovere e incoraggiare così gli studi sulle identità, il territorio, la vita privata.
La fotografia di famiglia è l’espressione visiva e materiale dell’idea che la famiglia vuole dare di sé. Attraverso un’accurata selezione ogni famiglia ha scritto nel corso dei decenni una biografia per immagini autorizzata ad uso dei contemporanei e dei posteri. Un diario intimo e privato che diventa un grande autoritratto collettivo quando centinaia di storie individuali convergono – come nella ricerca che è all’origine di questo libro – in un unico racconto comune, fatto di rituali socialmente condivisi, di semplici scenari della vita quotidiana e anche di separazioni, a volte momentanee a volte definitive e dolorose. Un grande intreccio di storie, ricordi ed epoche storiche diverse. Con la mostra “Familia” si chiude il cerchio intorno a un’iniziativa che è riuscita, grazie al suo valore e alla sua semplicità, a coinvolgere e appassionare cittadini di tutto il Lazio. Dalla collaborazione tra la Regione Lazio, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano è nato “Famiglie Laziali”, un progetto fondato sull’idea della condivisione di una storia che appartiene all’intera comunità del Lazio. L’obiettivo era infatti quello di togliere dai cassetti vecchie fotografie e filmati per farne capitoli di un racconto a più voci sulla nostra regione. Il compito di ricercare e scegliere il materiale è stato affidato ai giovani, protagonisti di un lavoro scrupoloso di ricerca e recupero, insieme alle loro famiglie e alle loro scuole. Quattro realtà diverse – delle province di Viterbo, Frosinone, Rieti e Latina – una sessantina di comuni coinvolti, per un totale di diecimila fotografie e più di cento riprese amatoriali. In questi numeri è racchiuso tutto il successo di Famiglie Laziali che, oggi, dopo le mostre già allestite nelle province di Viterbo, Frosinone, Rieti e Latina, sbarca al Complesso del Vittoriano di Roma. Ogni foto e ogni pellicola sono un racconto a sé, da cui emerge in primo luogo la verità delle persone ritratte, delle famiglie, delle abitazioni e delle strade in cui essi hanno vissuto. Frammenti di vita evocati con l’immediatezza tipica della fotografia, quella che Roland Barthes diceva essere la tipicità di questo straordinario mezzo: “ciò è stato”, dice senza mediazioni ogni fotografia e ogni filmato. E tuttavia dal confronto tra i diversi documenti ricaviamo anche qualcosa di più: la mostra di Roma è una raccolta di volti e voci, ma anche una narrazione corale sulle differenze tra i territori della nostra regione e, soprattutto, su come essa è cambiata nel tempo. Un complesso affresco al plurale per contribuire alla costruzione dell’identità sociale della nostra comunità. (Dalla presentazione di Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio) Il catalogo è a cura di Gabriele D’Autilia, Laura Causano e Manuela Pacella con contributi di: Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio; Domenico Calopresti, presidente Aamod; Giuseppe Talamo, presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.